STAZZEMA. Sergio Rizzo, Gian Antonio Stella, Francesca Mannocchi e Lirio Abbate. Sono questi i giornalisti scelti dalla giuria della prima edizione del premio per il giornalismo d’inchiesta “Franco Giustolisi”.

La premiazione dei vincitori avverrà a Sant’Anna di Stazzema il prossimo 21 novembre alle ore 16:00, nei locali del Museo Storico della Resistenza alla presenza del Presidente del Senato Pietro Grasso.

Il premio “Franco Giustolisi – Giustizia e verità” è stato ideato e promosso dal comune di Stazzema e dal Parco Nazionale della Pace per onorare la memoria di Franco Giustolisi, il grande giornalista scomparso il 10 novembre 2014, a 89 anni, che di Stazzema era cittadino onorario. Il presidente del Senato Pietro Grasso, che lo scorso 8 maggio aveva ospitato a palazzo Madama la presentazione dell’iniziativa, ha poi promosso il premio speciale “Franco Giustolisi – Fuori dall’Armadio” riservato alla migliore inchiesta realizzata da chi ha dedicato al giornalismo investigativo la parte più significativa della propria attività professionale.

“Il giorno delle esequie di Franco Giustolisi ho pensato che fosse giusto e doveroso ricordare la sua attività legata a Sant’Anna di Stazzema e il suo impegno per la verità e la giustizia”- dice il Sindaco di Stazzema Maurizio Verona. “Subito mi venne in mente di organizzare un premio giornalistico di inchiesta legato a Sant’Anna di Stazzema che portasse il suo nome, per trasmettere l’eredità dei suoi insegnamenti e delle sue opere.

Giustolisi è per tutti noi una figura di riferimento che ha contribuito a fare luce su una parte della nostra storia, quella che riguarda le stragi nazifasciste e in particolare la strage di Sant’Anna di Stazzema. Pertanto ho comunicato alla famiglia Giustolisi la mia intenzione di avviare il premio che è stata subito accolta e condivisa, coinvolgendo anche il Senato, ed è stata organizzata un’iniziativa di livello nazionale che dà la misura dell’importanza della persona e del giornalista Franco Giustolisi”.

La prima edizione del Premio Giustolisi è stata vinta da Francesca Mannocchi, per il servizio televisivo “Libia: missione impossibile”, realizzato per Piazza Pulita e trasmesso dalla 7, nel quale ha indagato in modo dettagliato ed efficace sul traffico dei migranti. Alla giornalista va il premio “Franco Giustolisi – Giustizia e verità”.

A Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, per l’approfondita e documentata inchiesta sul degrado di Roma, pubblicata a puntate dal Corriere della Sera, va il premio speciale “Franco Giustolisi – Fuori dall’Armadio”. A Lirio Abbate va la menzione speciale della giuria per le inchieste condotte per l’Espresso su “Mafia capitale” fin dal 2012. Un lavoro di denuncia condotto a rischio della propria incolumità.

La prima edizione del premio, patrocinata dal consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, dalla Federazione nazionale della stampa e dal settimanale L’Espresso, ha avuto un grande successo di partecipazione. Sono state più di cento le inchieste presentate da giornalisti di tutte le più importanti testate e pubblicate su tutte le piattaforme: carta stampata, rete, radio, televisione.

La giuria (presieduta da Pier Vittorio Buffa e composta da Daniele Biacchessi, Pier Francesco De Robertis, Livia Giustolisi, Bruno Manfellotto, Enrico Mentana, Omar Monestier, Virginia Piccolillo, Marcello Sorgi e Luigi Vicinanza), con la menzione a Lirio Abbate, ha voluto “esprimere riconoscimento e grande apprezzamento a tutti i giornalisti che conducono il proprio lavoro con determinazione e coraggio, rischiando in prima persona e spesso vivendo, per questo, sotto protezione per anni e anni .

Franco Giustolisi, in oltre sessant’anni di attività (ha scritto fino agli ultimi istanti della sua vita), ha realizzato grandi e importanti inchieste su tutti i temi scottanti della vita politica e sociale del nostro paese. Dal banditismo sardo alle stragi di mafia, dalla P2 all’eversione nera, dal brigatismo alla mala sanità, dagli scandali nell’edilizia a Tangentopoli… Con un unico, preciso obiettivo: che si facesse “giustizia e verità”. Sempre.

Un uomo, un giornalista vero, scomodo e libero, che ha dedicato la propria vita a scoprire il lato oscuro del potere e della società’ per raccontarlo senza mai scendere a compromessi. Compiuti i settant’anni, nel 1996 ha cominciato la sua battaglia più importante e difficile alla quale ha dedicato grandi energie con grande coraggio, passione civile e desiderio di rendere giustizia a decine di migliaia di vittime.

È la grande, lunga, difficile inchiesta sull’”Armadio della vergogna” come lui chiamò il mobile nel quale sono stati chiusi per decenni i fascicoli giudiziari sulle stragi commesse dai nazifascisti, i fascicoli con i nomi dei colpevoli della morte di ventimila civili italiani: uomini, donne, bambini. E “L’Armadio della vergogna” è il titolo del suo libro, pubblicato da Nutrimenti nel 2004, che è diventato un punto di riferimento per capire quelle terribili storie.

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